E’ partita dal teatro comunale “Luigi Pistilli” di Cori, l’edizione 2021 della Campagna Nastro Rosa, organizzata della LILT provinciale unitamente alla ASL e la Breast Unit di Latina, l’Università la Sapienza Roma- Polo Pontino. Obiettivo: lanciare un messaggio di speranza e solidarietà per dire a tutti, e in particolare alle donne, che solo la prevenzione per una diagnosi precoce può salvare la vita. Sono ancora troppe, infatti, le donne che si ammalano e, nonostante i passi da gigante compiuti negli anni dalla medicina e dall’organizzazione sanitaria pubblica, il tumore alla mammella resta il big killer del secolo.
La Lega Italiana per la lotta contro i tumori di Latina, presente sul territorio da 40 anni, rimane pertanto in prima fila in questa battaglia culturale per la vita, con i suoi numerosi volontari che, da Latina al Sudpontino, non perdono mai occasione per diffondere l’invito alla prevenzione. E non soltanto nel cosiddetto Mese Rosa!
“Ci sono dati che ancora spaventano e che bisogna superare -ha spiegato dottoressa Nicoletta D’Erme, presidente della LILT Latina– a fronte degli oltre 54mila nuovi casi registrati nell’ultimo anno…ben 480mila sono stati gli screening mancati”. Le donne, insomma, anche se chiamate dalla ASL per i controlli, non si presentano e cestinano la lettera. Che fare?
“Occorre insistere e non arrendersi- ha detto Nicoletta D’Erme- prevedere più iniziative, coinvolgere i giovani e portare la LILT sul territorio, aprendo nuove delegazioni perché diventino punti di riferimento per le comunità”.
Il Sindaco Mauro Primio De Lellis, in apertura del convegno moderato dalla scrittrice Stefania De Caro, ha accolto l’assessore Francesca Barbaliscia di Aprilia per l’ormai consueto e significativo “passaggio simbolico della catena rosa“, segno d’unità, speranza e solidarietà delle donne pontine. Oltre a ringraziato per l’impegno nell’organizzazione della mattinata, la consigliera Sabrina Pistilli, delegata alle pari opportunità del Comune di Cori, il primo cittadino ha presentato con orgoglio l’esibizione degli Sbandieratori che hanno animato la piccola cerimonia del passaggio, tenutasi all’esterno del teatro.
La dott.ssa Patrizia Ravaioli, responsabile della Consulta Femminile LILT del Lazio, oltre a ringraziare le presidenti delle consulte provinciali (a cominciare dalla dott.ssa Francesca Cardillo che presiede quella di Latina), ha ricordato il rinnovato impegno della LILT nel combattere con forza “l’emergenza oncologica e non solo quella pandemica” che ancora non è stata superata e che -com’è noto- ha rallentato gli screening in tutta Italia e, dunque, anche nella nostra Regione.
Il prof. Fabio Ricci, direttore clinico della Breast Unit di Latina, ha sottolineato come la sua équipe multidisciplinare “prenda in carico le pazienti dalla diagnosi e per tutto il percorso terapeutico”. Gli interventi conservativi – ha ricordato-sono aumentati rispetto a quelli demolitivi e questo proprio grazie alla prevenzione che fa aumentare di un 20% la possibilità di guarire dal cancro al seno. La presenza sul territorio di una Breast Unit, permette a tutte le donne di essere curate allo stesso modo, senza distinzioni o discriminazioni territoriali, sociali, culturali.
La prof.ssa Antonella Calogero, direttore del dipartimento di scienze e biotecnologie medico-chirurgiche della Facoltà di Farmacia e Medicina dell’Università Sapienza, Polo Pontino, ha posto l’accento sulla diagnosi precoce e sulla “forza degli screening” che -ha precisato- “non lasciano indietro nessuno” e permetteranno, uniti alle nuove ricerche e alle più innovative tecniche, di arrivare a personalizzare le cure, ampliando i percorsi eredo-familiari, per capire in tempo le eventuali mutazioni genetiche in grado di determinare l’insorgenza dei tumori.
Ha concluso la mattinata il dott. Belardino Rossi, direttore del Distretto 1 della ASL di Latina che, in rappresentanza dei vertici aziendali, ha annunciato la volontà dell’ASL pontina di arrivare a coinvolgere maggiormente i medici di famiglia delle varie comunità, per una diffusione più capillare del concetto di prevenzione. Fare rete resta determinante per far sentire la Sanità pubblica più vicina alle persone e arrivare a “conoscere e capire” per tutelare singoli e la collettività.
Prossimo appuntamento il 23 ottobre nella città di Gaeta.